In questa serie di brevi articoli proverò a raccontarvi, o meglio a mostrarvi, come e cosa pensa un malato di Alzheimer. Per farlo ho deciso di partire dalla spiegazione di quello che una persona affetta da questo morbo non riesce più a fare. Cosa non funziona nella sua mente? Cosa ha perso per colpa della malattia?
Per capire veramente cosa pensa e perché pensa determinate cose è necessario prima comprendere cosa la malattia, che abbiamo raccontato essere una ladra, ha letteralmente rubato a quella persona.
1.2 Come pensa chi si ammala di Alzheimer? La perdita della capacità di riconoscere persone e cose
1.3 Come pensa chi si ammala di Alzheimer? La perdita della capacità di mettere in sequenza logica le informazioni che arrivano
La perdita di questa capacità comporta nelle persone con malattia di Alzheimer l’incapacità di focalizzare l’attenzione nell’agire e nel raggiungimento degli scopi, ma anche l’inibizione degli impulsi, di controllare le emozioni e di monitorare sé stessi. Tutte impossibilità che provocano inesorabilmente anche l’incapacità di comportarsi per bene e in maniera adeguata con le altre persone.
Proverò a spiegare queste criticità condividendo con voi il racconto di uno dei più celebri casi di studio della neurologia, la storia di Phineas Gage.
Nel settembre del 1848 l’operaio americano Phineas Gage, di appena 25 anni, stava lavorando alla costruzione di una ferrovia nel Vermont. In seguito a un’esplosione improvvisa, un’asta di ferro del diametro di 3 centimetri colpì il volto di Gage, in prossimità dell’occhio sinistro, trafiggendogli il cranio. Il giovane operaio sopravvisse miracolosamente al terribile incidente. Era in grado di muoversi, parlare, vedere, ma il suo comportamento era radicalmente cambiato a causa della perdita dei lobi frontali del suo cervello. L’asta infatti aveva danneggiato la corteccia cerebrale dei lobi frontali di tutte e due gli emisferi, sia il destro che il sinistro, e fu proprio questa lesione che lo trasformò in un bambino maleducato che si lasciava andare ad una interminabile sequenza di emozioni negative. Phineas Gage dopo l’incidente non aveva più freni che lo potessero calmare!
La descrizione che segue è stata fatta dal medico che lo curò negli anni successivi al trauma, John Martyn Harlow:
L’equilibrio o il bilanciamento, per così dire, tra le sue facoltà intellettive e le sue propensioni animali, sembra essere stato distrutto. È instabile, irriverente, indulgendo a volte nelle parolacce più grossolane (prima non era sua consuetudine), manifestando poca deferenza per i suoi simili, insofferente a moderazione o a consiglio quando è in conflitto con i suoi desideri, a volte pervicacemente ostinato, ma capriccioso e vacillante, escogitando molti piani di operazioni future, che non appena sono elaborati, vengono abbandonati a loro volta per altri che sembrano più fattibili. Bambino nella sua capacità intellettiva e nelle sue manifestazioni, ha le passioni animali di un forte uomo. Prima dell’infortunio, sebbene non educato nella scuola, possedeva una mente ben equilibrata ed era considerato da coloro che lo conoscevano come un uomo d’affari scaltro e intelligente, molto energico e tenace nel perseguire tutti i suoi piani operativi. A questo soggetto la sua mente era radicalmente cambiata, tanto che i suoi amici e conoscenti dicevano che “non era più Gage”
Le persone con malattia di Alzheimer, e ancora di più con altre demenze, che colpiscono persone più giovani, possono incontrare lo stesso destino toccato a Phineas Gage.
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