Quando si parla di amicizia, pochi autori sono riusciti a catturare l’essenza di questo legame umano in modo così potente quanto Jack Kerouac nel suo capolavoro “Sulla Strada”. Pubblicato nel 1957, il romanzo offre un’immersione affascinante nella cultura della Beat Generation, ma mantiene come cuore pulsante le relazioni umane, soprattutto quelle tra gli amici.
Kerouac ha dipinto un quadro vivido di amicizia attraverso i suoi protagonisti, Sal Paradise e Dean Moriarty, ispirati rispettivamente a lui stesso e all’amico Neal Cassady. Il loro legame è intenso e tumultuoso, caratterizzato da avventure senza fine, conversazioni appassionate e una profonda comprensione reciproca.
Una delle chiavi per comprendere l’amicizia secondo Kerouac è l’accettazione incondizionata. Sal e Dean si accettano l’un l’altro con tutti i loro difetti e le loro follie, abbracciando pienamente le loro imperfezioni.
Sì, e non era soltanto perché ero scrittore e avevo bisogno di nuove esperienze che volevo conoscere meglio Dean, o perché la mia vita alla giornata nel campus aveva completato il suo ciclo ed era diventata inutile, ma perché, chissà come, nonostante la differenza di carattere, Dean mi ricordava un fratello perduto da tempo; vedere la sua faccia ossuta e sofferente con le basette lunghe e i muscoli tesi sul collo sudato mi ricordava i tempi dell’infanzia tra gli scarichi delle tinture, le pozze e le rive del Passaic a Paterson. Portava quei suoi abiti sudici da lavoro con estrema grazia, come se non fosse possibile farsene fare su misura di migliori da un gran sarto ma solo guadagnarseli dal Sarto Naturale della Gioia Naturale, come aveva fatto Dean nelle sue difficili condizioni.
Io credo che l’amicizia sia il più spontaneo dei sentimenti. Forse un vero amico è ancora di più di un fratello (dico forse perché non ho fratelli, pertanto non posso sapere cosa si prova per un fratello o una sorella). So che sapere di avere un amico allontana la tristezza della solitudine anche quando lui non è vicino a te. Talvolta lo hai considerato una testa di cazzo e sicuramente anche lui l’ha pensato di te, non ve lo siete detto o se l’avete fatto è stato in un momento di rabbia. Un amico non ti giudica, ti lascia sbagliare, se l’errore lo fai perché è una tua necessità, poi è lì a raccogliere i tuoi pezzi e a rimetterli assieme. Qualche volta avresti voluto abbracciarlo, tanto ti era caro, ma non si fa, se non con lo sguardo.
Un amico può aiutare un ammalato di Alzheimer? Sì.
Vedere un amico evoca delle emozioni positive e con queste dei ricordi felici. Nelle pagine del mio romanzo, L’ombra non protegge dalla pioggia, Lucio, il protagonista, ha due amici d’infanzia, molto diversi fra di loro: Ermes, il neurologo, che potrebbe assomigliare al dottor Watson di Sherlock Holmes, e Franco, il delinquente, che in parte assomiglia proprio al Dean di Kerouac:
L’intelligenza di Dean era altrettanto formale, brillante e completa, ma senza quel noioso intellettualismo. La sua “criminalità” non era qualcosa di risentito e beffardo; era uno scoppio selvaggio e vitale di gioia americana; era il vento del West, un’ode dalle praterie, qualcosa di nuovo, a lungo profetizzato, di là da venire (rubava macchine soltanto per farci un giro).
Ecco, anche secondo me l’amicizia è accettazione incondizionata, è la capacità di condividere empatia e comprensione reciproca. Gli amici sono in grado di offrire un orecchio empatico e un cuore compassionevole, permettendo a chiunque si trovi in difficoltà di sentirsi compreso e supportato. Questo è particolarmente rilevante nel contesto della malattia di Alzheimer, dove la comprensione e la pazienza degli amici possono fare la differenza nel migliorare la qualità della vita dei pazienti e anche quella dei loro famigliari.
Anche quando la malattia porta via parti della memoria e della personalità di una persona, gli amici possono agire come custodi della sua identità, ricordando loro chi sono e quanto sono amati. Questo legame di continuità può essere incredibilmente potente nel preservare il senso di sé di un individuo e nel combattere la sensazione di isolamento e perdita che spesso accompagna la malattia di Alzheimer.
Un romanzo sull’Alzheimer, sull’amore e sull’amicizia, scritto dal Neurologo Marco Marchini, dall’alto del suo osservatorio privilegiato sul mondo della malattia.
“L’ombra non protegge dalla pioggia” è disponibile su Amazon e su tutte le principali librerie online in formato ebook e cartaceo.