Sono le 7,45, Flavio è uscito dalla metropolitana e sta andando al lavoro in una strada del centro città. Oggi compie 55 anni. Pensa che tutto sommato sta bene, a parte una lieve tosse che compare ogni tanto, e la stanchezza per l’eccesso di lavoro. Forse dovrebbe cominciare a lavorare meno. Ha una moglie con la quale tutto sommato va d’accordo e un bravo figlio di 30 anni che si è ben inserito nel mondo del lavoro dopo la laurea e ben presto andrà a vivere da solo.
Guardando le persone che incrocia è attratto da una donna sulla cinquantina con un vestito turchese che si intona al colore dei suoi capelli biondi. È di media statura, formosa, ma il vestito non consente di capire di più del suo corpo. Ha qualche ruga a lato degli occhi e sulla fronte. Cammina spedita, quando gli è vicino lo guarda con bellissimi occhi azzurri per diversi secondi prima di sparire dietro di lui, lasciando una scia di profumo seducente. Un impulso invincibile lo induce a seguirla per sapere dove va, cosa farà. Telefona in banca per avvisare che non potrà essere presente oggi. Lei si ferma in un bar. Entra anche lui e ordina, come lei, un cappuccino. Fa già caldo, lei si asciuga la fronte imperlata di gocce di sudore e continua a guardarlo intensamente ma, finito di bere il suo cappuccino, esce dal bar, attraversa la strada ed entra in un palazzo dove vi sono gli uffici di decine di società. Dopo un paio di minuti la vede alla finestra di uno degli uffici. Guarda verso di lui per qualche secondo poi scompare.
Flavio trascorre la mattina nel bar leggendo riviste di economia, seguendo sul cellulare l’andamento di alcuni titoli azionari e ripensando a quella donna nel vestito turchese dai bellissimi occhi azzurri. All’una lei entra nel bar, si siede al tavolino accanto al suo e ordina un primo e una bottiglia di acqua frizzante. Mentre aspetta di essere servita guarda le sue riviste e gli chiede: “Come vanno le borse oggi?” “Non male per i miei clienti”. “Allora lei è bravo a gestire i loro risparmi”. “Sì”. “C’è qualcos’altro che è bravo a fare?”. “Dipingo, ma non posso dire di essere bravo”. “Scommetto che lei ha successo con le donne”. “Quando ero giovane”. “Per me anche oggi”. Lo colpisce questa affermazione così esplicita. Non sa come interpretarla e risponde con una frase che non lo convince: “Ne sono felice”. “Io sarei più felice di lei se ne potessimo parlare più tardi, quando uscirò dal lavoro”. “L’aspetterò qui allora”. Mentre lei consuma il suo pranzo continuano a conversare e Flavio scopre che si chiama Elisabetta, è laureata in chimica e lavora in un’azienda che produce profumi che ha gli uffici nel palazzo di fronte. Sposta la conversazione sulla pittura e la trova colta nel collocare i dipinti nel periodo storico e vicina a lui nel cogliere le emozioni che inducono in chi li guarda. Quando finisce di pranzare si salutano dandosi appuntamento per le cinque e mezza.
Sono le 17,35, entra nel bar una donna bionda, con bellissimi occhi azzurri, slanciata, sui trent’anni, che assomiglia molto e indossa lo stesso vestito della signora che Flavio ha incontrato a pranzo. Gli si avvicina e gli chiede: “Ti sei annoiato mentre mi aspettavi?” Sorpreso le risponde: “Veramente io aspettavo una signora che le assomiglia, che si chiama Elisabetta.” “Sono io”. “Non è possibile, Elisabetta avrà trent’anni più di lei”. “Invece è possibile e anche tu sei ringiovanito di trent’anni, guardati nello specchio dietro al bancone”. Si alza rapidamente dallo sgabello e si accorge che le sue gambe sono molto più agili del solito. Si avvicina allo specchio e con stupore scopre di essere veramente più giovane di trent’anni. Rivolge lo sguardo alla sua nuova amica che gli sorride ammiccante e gli dice: “Vieni con me.” “Ho moglie e un figlio”, le risponde. “Se questo significa che non vuoi venire da me, addio!”. Esce dal bar e Flavio si sente le gambe deboli, si guarda nello specchio e vede che è invecchiato di quarant’anni. Si precipita fuori a raggiungere Elisabetta e quando le è vicino il suo corpo ritrova il vigore di prima. Lei ferma un taxi e dopo una corsa che dura un quarto d’ora, si ferma davanti ad un bel palazzo del centro. Salgono all’ultimo piano ed entrano in un appartamento molto elegante. Lei gli dice: “Io abito qui, sola. Siedi, ti porto qualcosa da bere, fa caldo e sei sudato, come me”. Torna con un analcolico di frutta freddissimo. Mentre conversano Flavio è sempre più attratto da lei, non perde un movimento dei suoi capelli e del suo corpo sotto il vestito. Lei gli dice: “Vieni a fare la doccia con me”. Mentre l’acqua scorre su di loro, Flavio è rapito dal suo corpo, di una bellezza che non ha mai visto. Dopo la doccia hanno un rapporto sessuale di un’intimità che Flavio non ha mai provato prima. Tutto viene naturale tra di loro, e questo amplifica il piacere. Al termine si abbandona al sonno, dal quale si sveglia al richiamo di Elisabetta, che gli dice che è già sera e la cena è pronta. Si lava rapidamente e la raggiunge in soggiorno. Lei gli chiede: “Ti è piaciuto quello che abbiamo fatto?” “Come mai prima”. “Fra poco tornerai dalla tua famiglia e appena fuori di qui riacquisterai il tuo aspetto abituale. Se vorrai tornare da me, il tuo corpo sarà di nuovo quello di un venticinquenne, come adesso, e rimarrà così fino a quando morirai. Anch’io rimarrò giovane finché sarò con te. Non potrò darti più vita, purtroppo morirai fra un anno, perché hai il cancro ai polmoni.” Un brivido gli percorre la schiena e con un nodo in gola le chiede: “Come fai a sapere che ho il cancro?” “Ti ho osservato personalmente e fatto pedinare per un mese. Hai la tosse e ti senti stanco, sei andato dal tuo medico tre settimane fa e lui ti ha prescritto la TAC del torace e gli esami del sangue. La TAC l’hai fatta cinque giorni fa. Ho qui il referto”. Flavio si stupisce della precisione con la quale conosce la sua vita dell’ultimo mese. Lui non ha ancora la risposta della TAC. “Fammi vedere il referto”. Lei si collega al sito della clinica nella quale ha eseguito la TAC ed entra nella sezione dei referti con la sua password. Apre il referto e lui lo legge: c’è scritto che ha un grosso tumore al lobo polmonare superiore destro con metastasi nei linfonodi mediastinici. Lo prende una vertigine, si sente per un attimo mancare. Lei lo guarda con sguardo compassionevole: “Mi dispiace, so che sei una brava persona e per questo ancora di più soffro sapendo che non ti salverai, ma io almeno ti posso dare quello che tua moglie non può darti.” “Non so niente di te. Chi ti ha mandato?” “La mia azienda, che, come hai potuto vedere, ha grandi mezzi, mi ha chiesto di trovare l’uomo giusto e io ho scelto te. Non sapevo che tu fossi malato, ma quando ho saputo quello che ti sarebbe successo, ancora di più ti ho voluto. Ti ho visto in banca un mese fa e mi sei piaciuto, ho preso informazioni su di te e ho pensato che potevi essere l’uomo giusto per provare la nostra nuova formula” “Quale nuova formula?” “Abbiamo trovato un profumo che fa ringiovanire, ma perché funzioni è necessario che lo usino due persone contemporaneamente e che le due persone si piacciano. Va usato ogni giorno. Te ne ho spruzzato un po’ quando ti ho incrociato per strada e ha cominciato a fare effetto quando sono tornata da te nel pomeriggio. Se accetti di vivere con me non potrai tornare dalla tua famiglia. Potrai inviare loro una lettera, nella quale potrai spiegare le ragioni della tua scelta di vivere l’ultimo anno della tua vita lontano da loro, senza menzionare me e il nostro patto. Potrai sapere tutto quello che accadrà loro, ma da lontano e loro non sapranno più niente di te fino a quando noi comunicheremo loro la tua morte. Questa lontananza sarà necessaria, perché il tuo contatto con loro interferirebbe con l’effetto che la sostanza chimica che nel profumo ha sui nostri organismi”. “Sei una strega! Mi proponi di tornare giovane ma lo devo pagare abbandonando la mia famiglia.” “No, per te non sono un strega, ma una fata”. “Come sapevi che mi saresti piaciuta?” “So tutto delle donne, in realtà poche, che hai avuto, da quando avevi 15 anni a quando ti sei sposato. Ero sicura di piacerti, come ero sicura che mi sarebbe piaciuto fare l’amore con te”. Gli dà un bacio sulle labbra, Flavio sente che è vero. “Adesso vai, spero di vederti domani. Se verrai da me, scenderai alla fermata della metro appena prima di quella della tua banca, alle sette e quarantadue, e verrai nel bar nel quale ci siamo incontrati stamattina. Domani mattina dovrai fare la tua scelta.”
Flavio prende un taxi e torna a casa, dove trova moglie e figlio preoccupati. Trova la scusa che ha avuto un’amnesia e ha vagato per la città fin quando qualcuno si è accorto che era confuso, ha guardato i suoi documenti e l’ha accompagnato a casa. La memoria gli è tornata quando sono entrati nella via dove abita.
È a letto accanto a sua moglie che dorme. Potrebbe essere l’ultima notte che sono insieme. Si chiede se scegliere Elisabetta equivarrebbe ad un abbandono. No, sarebbe anticipare di un anno la separazione provocata dal cancro! E se non fosse vero che morirà fra un anno per il cancro? Questo ha importanza riguardo la sua decisione?
La mattina è arrivata. Fa colazione con la moglie e il figlio, li saluta come sempre ed esce di casa e prende la metropolitana.
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